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Cateteri, i pazienti alla Regione Lombardia: “No a gare d’appalto al ribasso per ausili salvavita”

Le associazioni dei pazienti chiedono di bloccare la gara per l’acquisto dei presidi. Sulla stessa lunghezza d’onda la Commissione tecnica per l’incontinenza istituita dalla Regione

Sono pazienti che hanno bisogno di «cateteri a intermittenza» per lo svuotamento della vescica, ovvero veri e propri ausili salvavita che servono a gestire gravi disfunzioni come la vescica neurologica, condizione che accomuna la maggioranza delle persone con lesione al midollo spinale, sclerosi multipla, spina bifida. Per acquistare questi presidi medici monouso, la Centrale di acquisto ARIA della Regione Lombardia ha bandito una gara d’appalto, che scade il 24 aprile. Una procedura che, secondo le associazioni dei pazienti, comporta dei rischi per chi ha bisogno di questi presidi. Da qui la loro richiesta al presidente della Regione, Attilio Fontana, e all’assessore al Welfare, Giulio Gallera, di bloccare la gara. I timori dei pazienti sono condivisi dai membri della “Commissione tecnica per l’incontinenza”, istituita dalla stessa Regione Lombardia.

Il problema

«In piena pandemia viene indetta una gara d’appalto per l’acquisto di cateteri intermittenti, con criteri di aggiudicazione basati sull’offerta economicamente più vantaggiosa – denuncia Francesco Diomede, presidente della Federazione italiana incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (Fincopp), una delle associazioni che chiedono alla Regione Lombardia di sospendere il bando o di rimodularlo – . Il catetere è un corpo estraneo inserito nell’organismo del paziente, per esempio, di un bambino con spina bifida, che ne ha bisogno perché non riesce a urinare. Una gara al ribasso non garantisce la qualità del presidio né tantomeno riduce i costi perché possono aumentare le complicanze, come infezioni delle vie urinarie. Inoltre, – prosegue Diomede – il paziente deve poter esercitare il diritto alla libera scelta del catetere più adatto ai propri bisogni: non è un capriccio, ma il presidio va considerato nell’ottica di un percorso riabilitativo».

Il documento

Sulla questione si è espressa anche la “Commissione tecnica per l’incontinenza” della Regione Lombardia. In un documento indirizzato alle istituzioni regionali, i componenti della Commissione tecnica – urologi, ginecologi, fisiatra, fisioterapista – ribadiscono che è «fondamentale assicurare agli assistiti la possibilità di ricevere, secondo le indicazioni cliniche a cura del medico prescrittore, gli ausili più adeguati, aderenti alle loro specifiche e personali necessità e che assicurino la funzione di terapia e rieducazione specifica». Inoltre, sostengono «l’opportunità che la Regione Lombardia estenda anche agli ausili, quali i cateteri intermittenti, le medesime decisioni già applicate per gli ausili per la stomia, per i quali la personalizzazione in base alle prescrizioni cliniche è ritenuta essenziale».

Le necessità

Spiega uno dei membri della Commissione, il professor Roberto Carone, presidente emerito della Fondazione italiana continenza (Fic): «Chi soffre di gravi disfunzioni vescicali caratterizzate da ritenzione urinaria, come la maggior parte dei pazienti neurologici, deve fare degli autocateterismi per svuotare la vescica, dalle tre alle sei volte al giorno; se non lo fa, va incontro a gravi complicanze o può anche morire. Nella prescrizione di questi presidi medici salvavita, riteniamo fondamentali l’appropriatezza e la libertà prescrittiva, cioè lo specialista deve poter dare indicazioni cliniche su qual è il catetere più adeguato, tra tutti quelli inclusi nel repertorio, per quel determinato assistito in base alle sue specifiche necessità. Poi, insieme all’infermiere e al paziente, che deve essere addestrato all’auto-cateterismo, si provano i vari cateteri che hanno caratteristiche diverse. E il paziente deve poter avere la libertà di scegliere quello più adatto al suo caso, per esempio, una persona con tetraplegia può preferire un tipo di catetere più rigido che riesce a impugnare meglio rispetto a un altro».

Rivedere la gara

«Già nei mesi scorsi – prosegue l’urologo – c’era stato un tentativo della Regione di indire una gara di appalto per i cateteri a intermittenza, ma poi avevano ascoltato le osservazioni della Fondazione italiana continenza e delle associazioni dei pazienti; in un simile frangente, è stata indetta una gara senza nemmeno consultare la Commissione tecnica regionale. Non ne capiamo i motivi». Conclude Diomede, presidente Fincopp: «Chiediamo alla Regione Lombardia di ascoltare le nostre istanze, e rivolgiamo lo stesso appello anche alla Regione Liguria poiché ci risulta che una procedura simile sia stata avviata dalla centrale di acquisti regionale ALISA».   (fonte: Il Corriere.it)