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Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100

La posizione delle Regioni sul Documento di Economia e Finanza 2018 (DEF)

È NECESSARIO AGGIORNARE I CONTENUTI DEL VECCHIO PATTO SALUTE 2014 – 2016, LE PRIORITÀ SANITARIE E IL QUADRO FINANZIARIO PER IL FUTURO

Le Regioni ricordano i temi già illustrati alle Commissioni Speciali di Camera e Senato il 15 maggio scorso in occasione dell’audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul DEF 2018:

il concorso positivo delle Regioni alla manovra di finanza pubblica ed equilibrio di bilancio per l’anno 2019 per un totale di 14,52 miliardi di contributo incrementato rispetto al 2018 del 14,85% [comprensivo del contributo sull’indebitamento netto di 660 milioni del concorso al pareggio di bilancio, di 3,66 mld per la rideterminazione del FSN, c.392 L.232/2016, 155,44 milioni rideterminazione del FNT – (art.3 intesa anno 2017 e copertura detrazione abbonamenti TPL)];

l’equilibrio di bilancio in termini strutturali già dalla legge di stabilità 2015;

la riduzione del Debito «amministrazioni locali» comprese le regioni nel periodo 2021/2014 del 15,7%;

il quadro programmatico del debito delle amministrazioni pubbliche per sottosettore (tabella III 1. 6 – DPB 2018) dal quale si evince l’apporto migliorativo ai saldi di finanza pubblica del comparto – (Accreditamento netto (+) / Indebitamento netto (-) per sottosettore – (in milioni di euro e in percentuale del PIL da Documento Programmatico di Bilancio 2018)

amm pubbliche

Le Regioni evidenziano che:

dal 2016 è richiesto alle Regioni un “avanzo” imponente oltre al pareggio di bilancio;

l’avanzo delle RSO per il 2018 previsto dalla legge di Bilancio 2018 – 2020 è pari a 2,3 miliardi che diventeranno quasi 2,5 miliardi negli anni 2019 e 2020 equivalenti circa allo 0,13 % del PIL.

tab II

La previsione del rapporto fra spesa sanitaria e PIL presenta un profilo crescente solo a partire dal 2022 attestandosi al 7,7% nel 2060

rapporto pil

È necessario, pertanto, aggiornare i contenuti del vecchio Patto Salute 2014 – 2016, le priorità sanitarie e il quadro finanziario per il futuro:

stabilizzare la crescita del Fondo Sanitario Nazionale in rapporto al PIL per garantire i nuovi LEA previsti con DPCM ricordando che quota parte delle risorse è vincolata per il rinnovo dei contratti del personale dipendente e convenzionato del SSN;

definire un nuovo programma pluriennale di investimenti per l’edilizia sanitaria.

Le Regioni sottolineano che, pur considerando il contributo dello Stato alla riduzione della manovra per il 2019 – 2020 (legge 205/2017) e auspicando nell’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 103/2018 (che ha giudicato incostituzionale il “trascinamento” del contributo di 750 milioni anche per il 2020 previsto dal DL 66/2014 e che pertanto riduce il contributo delle regioni alla finanza pubblica di 750 milioni da 2,496 miliardi), il contributo in termini di indebitamento netto e saldo netto da finanziare che non ha ancora copertura a legislazione vigente è di 2,496 miliardi nel 2019 e di 1,746 miliardi nel 2020: il totale dei trasferimenti regionali disponibili non è sufficiente a coprire il contributo e inciderebbe profondamente sulle politiche sociali oltre che sul Fondo Nazionale Trasporti.

Nello spirito di leale collaborazione, le Regioni hanno elaborato e illustrato al Parlamento una possibile soluzione atta a salvaguardare i trasferimenti per le politiche sociali e per il trasporto pubblico locale, incrementare gli investimenti rispettando il contributo di finanza pubblica richiesto alle Regioni all’interno del quadro delineato anche dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale in materia di utilizzo dell’avanzo (n. 101/2018) e ruolo delle Regioni negli investimenti diretti e indiretti sul territorio (n.74/2018).

La proposta prevede lo scambio di una quota di avanzo di amministrazione delle regioni con spesa in conto capitale che lo Stato assegna alle regioni medesime al fine del rilancio e dell’accelerazione degli investimenti pubblici (si ipotizza circa 3,250 miliardi di € nel biennio 2019-2020 sul Fondo per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese – legge 232/2016), così da sbloccare l’intero programma di investimenti pubblici di circa 83 miliardi di € acquisendo il parere favorevole della Conferenza Stato – Regioni previsto dalla Sentenza Corte Costituzionale n.74/2018.

Gli investimenti pubblici, compresi gli spazi finanziari già a disposizione (allineando il profilo di spesa anno 2019 con la relazione tecnica) – ex intesa 22 febbraio 2018 – L.232/2016 – sarebbero circa 6,75 miliardi nel triennio 2019 – 2021 e permetterebbero di:

«orientare» l’avanzo degli enti verso gli investimenti per rendere più equa e sostenibile la manovra;

salvaguardare integralmente le risorse per le politiche sociali (circa 1 miliardo di € su base annua);

realizzare comunque l’obiettivo di finanza pubblica richiesto dalla manovra (14,8 miliardi di €);

permettere una solida programmazione triennale agli investimenti (orientamento della spesa regionale).

Le Regioni richiamano l’attenzione del Governo riguardo i seguenti temi aperti da tempo:

incentivare il ruolo attivo degli enti territoriali nelle attività di recupero dell’evasione fiscale attraverso l’approvazione del DM sulla compartecipazione IVA (art.9, d.lgs. 68/2011) ovvero procedura automatica come per gli altri tributi attribuiti alle Regioni.

attuare il d.lgs.68/2011 in materia si autonomia di entrata delle regioni;

completare le riforme in atto e ridefinire i rapporti istituzionali;

sostenere il Trasporto Pubblico locale, fiscalizzazione del Fondo Nazionale Trasporti e abrogazione dell’art.39 del DL 50/2017

Le Regioni ricordano, inoltre, che in più occasioni anche in questa sede, il Governo si è impegnato ad aggiornare il rapporto sull’effettiva entità e sulla ripartizione delle misure di consolidamento disposte dalle manovre di finanza pubblica fra i diversi livelli di governo fino all’annualità 2016 (ormai si potrebbe richiedere anche il 2017) e con la proiezione dell’entità a legislazione vigente per il 2017 – 2020 (il precedente rapporto della COPAFF riguardava infatti le annualità 2008 – 2012) ciò ai fini di rendere trasparente gli “apporti” positivi dei diversi comparti al risanamento delle finanze pubbliche e di definire un equo contributo alle future manovre rispetto l’entità della spesa primaria.

Tale impegno, previsto anche all’articolo 24 del DL 50/2017, è propedeutico ai lavori della Commissione per i fabbisogni standard per l’approvazione delle metodologie per la determinazione dei fabbisogni e delle capacità fiscali standard in attuazione riordino del sistema della fiscalità regionale, secondo i princìpi di cui all’articolo 119 della Costituzione.

La Conferenza, premesso quanto rappresentato comprensivo dell’allegato riguardante il Programma nazionale di riforma 2018, chiede al Governo l’apertura di un Tavolo di confronto per verificare la percorribilità delle ipotesi per il rilancio degli investimenti contenute nel documento.