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Il Consiglio di Stato ha reso il parere sul decreto correttivo del Codice dell’amministrazione digitale

Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole, con osservazioni, sullo schema di decreto legislativo correttivo del Codice dell’Amministrazione digitale (Consiglio di Stato, Comm. spec., 10 ottobre 2017, n. 2122). Si tratta delle disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179.

Il percorso normativo – secondo i magistrati di Palazzo Spada – possiede il condivisibile obiettivo di proseguire l’opera di modernizzazione e di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione, attraverso la sua completa digitalizzazione per dotare cittadini, imprese e amministrazioni di strumenti e servizi idonei a rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale.

La Commissione speciale ha però evidenziato come alcune problematiche di merito – che sono centrali per la corretta attuazione della riforma – siano state rinviate all’adozione di atti applicativi, quali i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (ad es. per il completo transito al sistema di comunicazione tramite domicili digitali) e le linee guida tecniche che dovranno essere adottate dall’Agenzia per l’Italia digitale (AGID).

Il Consiglio di Stato ha quindi invitato l’Amministrazione a porre una particolare attenzione a tale profilo, sottolineando come i rilevanti compiti attribuiti all’AGID (ad es. adozione di pareri vincolanti e delle linee guida, l’istituzione dell’ufficio del difensore civico a livello centralizzato) richiedano un costante monitoraggio sul funzionamento dell’Agenzia al fine di assicurare che tale organo sia dotato delle risorse organiche e finanziarie necessarie al suo corretto funzionamento.

Infine, sono stati formulati diversi rilievi di ordine tecnico sia a livello contenutistico (ad es. in tema di domicilio digitale, di documento informatico e di requisiti per l’accreditamento) sia sull’articolato, principalmente al fine di garantire una maggiore chiarezza del testo e una corretta applicazione delle innovazioni previste dal correttivo.

Tempi stretti, dunque, per una serie di ritocchi al codice (il decreto legislativo 82/2005) imposti dalla necessità di accelerare l’attuazione dell’agenda digitale e dall’esigenza di mettere a disposizione di cittadini, professionisti e imprese strumenti adeguati per porli in condizione di dialogare con la pubblica amministrazione, rendendo così effettivo il diritto di cittadinanza digitale.

Documenti correlati: Consiglio di Stato, commissione speciale, parere n. 2122 del 10 ottobre 2017