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Spending review e buona gestione nel libero mercato, cosa ci insegna la storia?

“Cosa dobbiamo apprendere dai fatti della storia?” scriveva più o meno così Voltaire nella primavera del 1772, analizzando le cause e le conseguenze del massacro degli Ugonotti del 1572. La conclusione dell’intellettuale illuminista fu che l’evento scaturì dall’incontrollata esplosione di superstizione e di pregiudizio in una popolazione esasperata. Per la Francia, invece, la conclusione fu la dannosa fuga di una comunità assai produttiva.

Non sappiamo oggi in quale altra forma avrebbe potuto scaricarsi la tensione sociale accumulata in Francia nella seconda metà del 1500, che portò a quel massacro, ma possiamo constatare come nei secoli successivi sia cresciuto l’impegno dei governi a indirizzare e mitigare le tensioni sociali, evitando dannose ricadute sui sistemi economici nazionali e soprattutto sui governi in carica.

LA BUONA GESTIONE DELLE RISORSE PUBBLICHE

La buona gestione delle risorse da parte dei governi è sempre stato un tema di confronto, anche aspro, tra le forze politiche. Tema capace di generare tensioni e pregiudizi dall’antichità ai giorni nostri. In generale, mentre le forze di governo gestiscono la cosa pubblica proclamandone il buon governo, le opposizioni le attaccano criticandone le scelte gestionali, mettendo in dubbio l’imparzialità della gestione e denunciando gli sprechi e le ruberie, spesso a ragione. (…)

LA RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA, UNA STORIA DI STUDI E COMMISSIONI

La consapevolezza che la spesa pubblica italiana potesse e dovesse essere ridotta, riducendo gli sprechi con una gestione oculata, parte dall’unità d’Italia, ma ne risparmio ora l’antologia puntando direttamente agli ultimi trent’anni, che sono stati caratterizzati da tre diverse stagioni di spending review, ciascuna con un metodo e un protagonista. (…)

COMMISSARI E LEZIONI DELLA STORIA

Nel 2011 il Governo Monti nomina Enrico Bondi Commissario alla revisione della spesa pubblica. Il manager ha una mira infallibile nell’individuare le falle dei bilanci degli enti che analizza, ma poi fa progettare i “prezzi standard” a funzionari che cercano di imporli perpetuando i tagli lineari. (…)

LA COSTITUZIONE DEL “POST-DOPOGUERRA” PER LA QUALITÀ DELLA SPESA PUBBLICA

Su questo fronte, tra le riforme strutturali del Governo Renzi, spicca la riforma costituzionale in cui la revisione del Titolo V ristabilisce la sovranità nazionale in materia di spesa pubblica. Una misura necessaria, dopo che le articolazioni territoriali del nostro Paese ci hanno mostrato numerosi ed eclatanti casi di cattiva gestione della cosa pubblica: dai diamanti lombardi in Tanzania, ai rimborsi elettorali milionari, al Batman del Lazio, alle varie sanitopoli, affittopoli, rimborsopoli, fino ai vitalizi elargiti e via dicendo, dimostrando che il malcontento popolare sulla cattiva gestione delle risorse pubbliche non è esclusivo appannaggio del governo nazionale, ma può essere anche di prossimità. (…)

Leggi l’articolo completo di Domenico Casalino (amministratore delegato di Techno Sky) cliccando su questo link