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“Minibot” per fare fronte ai debiti commerciali della Pubblica Amministrazione. Ma i tempi di pagamento si riducono. Anche in sanità.

a cura del dott. Marco Boni, direttore responsabile di News4market.

Nella relazione ‘I debiti commerciali della Pa e i ritardi nei pagamenti’ realizzato dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani (Ocpi) dell’Università Cattolica si evidenzia che nel 2018 le regioni Toscana, Lazio e Friuli-Venezia Giulia sono state quelle più virtuose rispetto ai tempi di pagamento dei debiti commerciali (ultima la Basilicata).
Il ministero più rapido a pagare è stato il ministero dell’economia e il ministero dell’Interno è invece il dicastero più lento.

Anche se i tempi di pagamento si sono “ridotti notevolmente” rispetto al passato, l’Italia resta il Paese europeo con la più alta consistenza di debito pubblico commerciale, e tra quelli con i maggiori ritardi. Se in generale Regioni e Province autonome pagano mediamente addirittura in anticipo, i ministeri sono in media ‘ritardatari’, così come i Comuni sopra i 60mila abitanti.

Lo stock di debito in rapporto al Pil “è diminuito negli ultimi anni passando dal 4% del Pil (64,4 miliardi) del 2012 al 2,9% di fine 2018 (51,6 miliardi). Di questi 51,6 miliardi la parte per cui erano già scaduti i termini di pagamento era però molto più contenuta (26,9 mld)”.

I tempi vanno comunque migliorando: secondo l’European Payment Report l’Italia “ha ridotto il tempo medio di pagamento da 131 giorni nel 2016 a 67 giorni nel 2019” a fronte di una media europea di 42 giorni (la Germania ha una media di 27).

Secondo Assobiomedica e i suoi dati sulle strutture sanitarie pubbliche la riduzione è stata da 298 nel 2012 a 113 nel 2019; il Mef riporta invece il tempo medio ponderato, in cui viene fatto contare anche l’ammontare delle singole fatture: nel 2016 i giorni erano 58, nel 2018 sono 46. Scendendo nel dettaglio “tra Regioni e Province Autonome si registra un anticipo medio di 5 giorni rispetto alla scadenza della fattura – si legge – anche se sono ancora ritardatarie nei pagamenti 7 amministrazioni su 22. Le più virtuose sono la Toscana, il Lazio e il FVG, con un anticipo medio ponderato rispetto alla scadenza rispettivamente di 25, 23 e 15 giorni. I fanalini di coda sono invece Basilicata (ritardo medio di 73 giorni), Abruzzo (25 giorni) e Sicilia (18 giorni)”.

L’analisi della Corte dei Conti sui tempi di pagamento in sanità 

In sanità sempre meno deficit e debiti. La Corte dei Conti pubblica, attraverso la Sezione delle Autonomie, il Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali.
Si evidenzia in particolare la diminuzione dei debiti verso i fornitori, anche se gli oneri per interessi per ritardati pagamenti restano elevati.
Con riguardo alla voce “Debiti verso fornitori”, si riscontra un trend in diminuzione che si accentua nel biennio 2013-2014, con una riduzione complessiva, nel quinquennio 2013-2017, pari a 7,8 miliardi di euro (-28,35%). La contrazione dei debiti verso fornitori è più evidente in quelle Regioni che hanno beneficiato delle anticipazioni di liquidità (d.l. n. 35/2013 e successivi provvedimenti analoghi).

La riduzione si rileva in quasi tutte le Regioni. Si osserva, invece, un andamento incrementale in Lombardia (+7,08% nel 2017 rispetto al 2013), Marche (+44,41%) e Sardegna (+26,4%). Ondivaga la situazione in Basilicata, che presenta un modesto incremento alla fine del periodo considerato (+1,06%), ma + 9,04% nel 2017 rispetto al 2016. La Prov. aut. di Bolzano mostra un aumento del 7,61% tra inizio e fine quinquennio, ma con una curva discendente negli ultimi due anni. Comunque, l’andamento complessivo è  significativamente discendente, frutto  delle iniziative intraprese  a livello nazionale e locale al fine di contenere l’esposizione debitoria, migliorare la gestione finanziaria degli enti sanitari e rispettare le prescrizioni normative in materia di pagamento dei fornitori.

Leggi i debiti verso i fornitori 2013-2017