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Contributo unificato, ok della Corte di Giustizia europea

Il contributo unificato da pagare per i procedimenti giurisdizionali in materia di appalti non viola il diritto comunitario. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue nell’ordinanza del 7 aprile emessa nella causa C-495/14 che ha visto contrapposti uno studio infermieristico di Trento e il ministero della giustizia.

Secondo la Corte, la legislazione italiana che prevede contributi processuali non eccedenti il 2% del valore dell’appalto (si va da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 6 mila a seconda del valore dell’appalto, rispettivamente di valore uguale o inferiore a 200 mila euro sino a un importo superiore al milione di euro) non costituisce un ostacolo all’accesso alla giustizia e quindi non si verifica alcuna lesione del principio di effettività. Si tratta infatti, dice la Corte, di una percentuale «in sé assai contenuta», tenuto conto che «la partecipazione di un’impresa a un appalto pubblico ne presuppone un’appropriata capacità economica e finanziaria».