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Gli italiani rinunciano a curarsi? Urge una riorganizzazione delle liste d’attesa

Undici milioni di italiani rinunciano alle cure. Le cause? Code nelle liste d’attesa e difficoltà economiche. È quanto rileva il Censis (vedi anche la nostra rassegna stampa) in una ricerca presentata al VI “Welfare Day” a Roma.

Un dato rispetto al quale il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha dichiarato: «Si tratta di un problema che abbiamo presente, trovare una soluzione per noi rappresenta una priorità e stiamo operando da tempo con il ministero dell’economia e delle finanze, le Regioni ed i professionisti del Servizio sanitario nazionale. La soluzione, come ho avuto modo di ribadire più volte, passa da una profonda riorganizzazione del sistema delle liste di attesa, soprattutto in alcune regioni italiane. Quello che il Censis non rileva è che alcuni territori del nostro Paese offrono modelli sanitari d’avanguardia, altre non garantiscono, come dovrebbero, il funzionamento della rete territoriale, prima e dopo il ricovero in ospedale. L’obiettivo è quello di uniformare l’intero territorio nazionale su standard elevati, così da permettere a ciascun cittadino di ottenere in tempi rapidi prestazioni sanitarie di qualità. Per raggiungere questo obiettivo ho intenzione di proporre l’inserimento nel mio decreto legislativo sulla nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie di una norma che imponga di valutare i manager anche in relazione agli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa. Intanto una prima svolta verrà a breve introdotta con i nuovi Livelli essenziali di assistenza, con l’ingresso nel Ssn di nuove prestazioni gratuite attese da quindici anni. Per questo obiettivo ho fatto stanziare in legge di stabilità 800 milioni di euro per anno». Da molte settimane «il provvedimento è all’esame della Ragioneria generale dello Stato, da cui sto attendendo il via libera. Spero ciò avvenga al più presto e che i nuovi Lea, assieme al nuovo Nomenclatore protesico, possano entrare in vigore».

Le dichiarazioni del ministro Lorenzin sono tratte dall’Agenzia di stampa Dire (www.dire.it)