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Guardia medica notturna, braccio di ferro tra i camici bianchi e il ministro Lorenzin

In vista del rinnovo dell’accordo collettivo nazionale della medicina generale e pediatria, si accende il dibattito tra i rappresentanti della categoria e il ministro Beatrice Lorenzin.

Tra le novità annunciate, medici di famiglia disponibili dalle 8 alle 24, 7 giorni su 7; nelle ore notturne o se gli studi sono chiusi resterà solo il 118 o il Pronto Soccorso. Scompare la guardia medica. Ed è proprio su questo fronte che si è acceso il dibattito, con tanto di protesta dei camici bianchi in piazza Montecitorio.

“Non spegnere le luci all’assistenza notturna” è lo slogan che ha riunito le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Simet, Anci, associazioni di consumatori. La prospettiva doveva essere quella di alleggerire i Pronto Soccorso, ma il rischio, denunciano i sindacati, è quello, al contrario, di un ulteriore sovraffollamento nelle ore notturne.

A seguito della protesta, potrebbero però arrivare modifiche all’atto di indirizzo. In una nota ministeriale, si legge infatti che «in relazione alla nota di alcune sigle sindacali, riferita al nuovo atto di indirizzo per il rinnovo dell’accordo collettivo dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto ai propri uffici di approfondire i temi della garanzia della continuità assistenziale nelle ore notturne e nei fine settimana. All’esito degli approfondimenti richiesti, si riserva di esercitare le proprie prerogative chiedendo quelle modifiche dell’atto di indirizzo che eventualmente si rendessero necessarie affinché siano garantiti i servizi di assistenza ai pazienti dalle 24 alle 7 del mattino e durante i fine settimana».