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Farmindustria: Marcello Cattani (Sanofi) eletto nuovo presidente all’unanimità

MARCELLO CATTANI È IL NUOVO PRESIDENTE DI FARMINDUSTRIA 

La nomina è avvenuta nel corso della recente Assemblea generale dell’associazione industriale. Cattani, che guiderà Farmindustria per il biennio 2022-2024, ha presentato le linee programmatiche per il suo mandato nel corso della relazione introduttiva 

 Si apre un nuovo capitolo nella storia di Farmindustria, con la nomina del nuovo presidente Marcello Cattani. Presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta dal 2020, Cattani succede a Massimo Scaccabarozzi, che ha guidato l’associazione dell’industria farmaceutica italiana dal 2011 al 2022. Nato a Milano, cinquant’anni d’età, Marcello Cattani, è laureato in Scienze Biologiche ad indirizzo biomolecolare con una specializzazione in Chimica e Tecnologia Alimentari presso l’Università di Parma. In oltre vent’anni d’attività nel mondo farmaceutico ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale ed internazionale, maturati in diverse aziende biofarmaceutiche leader a livello globale. Prima di diventare Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani è stato delegato per le relazioni industriali e ha coordinato i gruppi associativi su prevenzione, malattie rare, lavoro e sostenibilità. È anche componente del Consiglio Generale di Confindustria. 

Le linee programmatiche del nuovo presidente 

Marcello Cattani ha ricordato nella sua prima relazione all’Assemblea i molti e inattesi cambiamenti vissuti negli ultimi due anni, la cui velocità “richiede una nuova visione strategica sul valore della salute e del settore farmaceutico, con risposte altrettanto rapide”. Dinamiche che s’intrecciano inevitabilmente con le logiche globali nel campo della ricerca, della domanda e delle catene di fornitura farmaceutiche, come pure con i diversi livelli di governo con cui è necessario interagire (mondo, Europa, Italia, Regioni). 

Il neo-presidente ha richiamato anche gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026, pari a livello globale a 1.300 miliardi di euro (+10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia). “Nel 2021 abbiamo avuto a livello globale il record storico di prodotti in sviluppo, oltre 18 mila, e di nuovi farmaci autorizzati: 84 rispetto ai 56 del triennio 2017- 2019, dei quali 40 per malattie rare e 44 “first in class”. 

Per il nostro settore le tensioni sulle filiere e le riflessioni su reshoring, near shoring e friendshoring assumono un ruolo determinante. Il rischio, in questo scomporsi e ricomporsi della realtà globale, è che le linee di frattura geopolitiche finiscano per intersecare gli scambi internazionali. Rendendo, così, più complesso l’approvvigionamento delle materie prime e dei medicinali, con rischi di carenze che dobbiamo assolutamente scongiurare”, ha sottolineato Cattani per quanto riguarda gli scenari geo-politici aperti su scala mondiale, annunciando che l’industria farmaceutica italiana sta lavorando a un’analisi di scenario che verrà condivisa con le istituzioni europee, nazionali e regionali. 

Dopo aver ricordato i numeri del settore (34,4 miliardi di euro di produzione nel 2021 e 67 mila addetti, un export pari a oltre l’85% della produzione e 3,1 miliardi di euro l’anno d’investimenti), Marcello Cattani ha anche ricordato l’impegno già assunto da molti anni dalle aziende farmaceutiche verso gli  approcci “digital” e la sostenibilità ambientale. “Siamo il primo settore per quota di imprese innovative, in ricerca e produzione, logistica, organizzazione. Siamo primi per open innovation, un processo di co-creazione di valore con il resto della filiera industriale, distributiva e scientifica di centri pubblici di ricerca e università”. 

È però giunto il momento di crescere sempre più “in rete” con l’ecosistema della salute, ha indicato il neo-presidente di Farmindsutria, aumentando le collaborazioni con le aziende negli altri settori e le start up. Da ognuna di esse, infatti, può nascere un nuovo prodotto, portando la dimensione nazionale all’interno del più ampio quadro europeo. Un’Europa che deve recuperare terreno rispetto ai principali competitor, USA e Cina, ma anche considerare il ruolo di realtà emergenti come gli Emirati Arabi, che stanno lavorando velocemente per divenire un hub mondiale in Medio Oriente e un ponte verso l’Asia. A tal fine, Cattani ha indicato la necessità di rafforzare l’industria in Italia e in Europa per evitare che crisi sanitarie, politiche o economiche in aree geografiche lontane possano limitare la disponibilità di farmaci per i pazienti. La filiera farmaceutica è tra quelle strategiche su cui lavorare in questo senso, in parallelo alla necessità di nuovi modelli di assistenza sanitaria. “È sbagliato limitare le opzioni terapeutiche con approcci burocratici, che sono in antitesi con la salute personalizzata e la prossimità delle cure. Per coniugare salute e controllo della spesa bisogna promuovere l’appropriatezza delle cure per ogni singola persona, riaffermando la libertà di scelta da parte del medico della migliore terapia per il paziente. Un processo che deve basarsi sulla pluralità dell’offerta”, ha indicato Cattani. 

Importanti a tal fine anche gli insight che possono derivare dall’analisi dei dati di 500 milioni di cittadini europei che ogni giorno fanno accendo alle prestazioni sanitarie dei vari sistemi sanitari pubblici. Marcello Cattani ha ricordato anche la revisione della legislazione farmaceutica generale e dei Regolamenti dei farmaci orfani e pediatrici. “Per essere efficace la Strategia farmaceutica deve tenere conto dello scenario attuale che ci pone davanti a un bivio: sposare e valorizzare adeguatamente l’innovazione e la filiera farmaceutica, attirare nuovi investimenti e creare nuovi posti di lavoro, oppure indebolire la proprietà intellettuale, aumentare le diseguaglianze nell’accesso alle cure, penalizzare la competitività mettendo a rischio la presenza e lo sviluppo industriale, nella nostra filiera e nell’indotto. Chiediamo al Governo di contribuire attivamente sin d’ora al processo decisionale, prima che le proposte vengano formalizzate, per tenere conto delle esigenze del nostro Paese ed evitare che vengano irrimediabilmente compromessi il diritto alla salute dei cittadini e la capacità di sviluppo del settore farmaceutico”, sono state le richieste avanzate nel corso della relazione. 

L’obiettivo, per la rappresentanza industriale italiana, dovrebbe essere quello di velocizzare e snellire i processi autorizzativi, digitalizzando le procedure e rendendo più efficaci i fast track di EMA, in linea con quanto già avviene in altri paesi. “La giusta via per una nuova governance al passo con i tempi è la partnership tra imprese, stati, istituzioni UE. – ha indicato Cattani -. A livello nazionale vogliamo proseguire il confronto positivo con decisori e stakeholder facendo leva anche sulle opportunità che derivano dal PNRR e rilanciando il concetto di crescita endogena, recentemente richiamato dagli interventi del Premio Nobel per l’economia Edmund Phelps”. 

Non poteva mancare il richiamo alla difficile situazione che stano fronteggiando le imprese italiane a causa del differenziale di costi energetici che erode la marginalità delle imprese più che in Francia e in Germania.  Uno shock destinato a durare, secondo Cattani, e che verrà pagato con l’aumento dei tassi di interesse, che inciderà di più sull’Italia tramite lo spread. Per rispondere a questa sfida l’obiettivo dovrebbe essere, per il presidente di Farmindsutria, di rendere strutturale la collaborazione con le istituzioni avviata nel periodo pandemico, a partire da una migliore efficienza dell’Agenzia regolatoria italiana e a nuove forme della governance adeguate al ritmo del cambiamento. 

Marcello Cattani ha anche lamentato un sottofinanziamento dell’Italia sul piano delle risorse rispetto ai suoi competitor, che non tiene ancora conto in modo adeguato della domanda di salute e dell’impatto delle nuove terapie. “Riconosciamo il cambio dell’approccio culturale che considera finalmente la spesa sanitaria un investimento e non un costo e la consapevolezza del Governo che la salute è fattore prioritario di crescita”, ha sottolineato. 

Il suggerimento è a considerare il valore strategico della spesa sanitaria e in R&S vall’interno della riforma del Patto di stabilità e crescita europeo, superando la logica dei tetti e dei silos di spesa. Un sistema nuovo, impostato sul valore delle terapie e sulla sua misurazione olistica lungo tutto il percorso di cura, piuttosto che sul mero contenimento dei costi e su rigidi tetti di spesa, dovrebbe essere l’obiettivo finale, da perseguire attraverso maggiori finanziamenti e regole nuove. 

Il presidente di Farmindustria ha anche richiamato il governo a completare il quadro dei decreti attuativi del Regolamento UE sulla sperimentazione clinica, di modo da non perdere importanti opportunità. È stata anche sollecitata un’azione in ambito europeo per ammodernare il regime di aiuti di Stato. Il passaggio a modelli digitalizzati per il servizio sanitario nazionale ha portato già Farmindustria ad attivare partnership con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenas, con l’obiettivo di accelerare la costruzione dell’Ecosistema Dati Sanità. Le richieste in quest’ambito riguardano azioni di risposta alla proposta di regolamento sullo European Health Data Space della Commissione Europea, innovazioni regolatorie nel campo degli Digital Therapeutics e nuove regole per gli studi clinici da remoto. “Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e dobbiamo avere chiaro che non solo le scelte sbagliate hanno un costo, ma anche le “non scelte”, i compromessi dilatori e il trascorrere del tempo. Bisogna agire subito, per evitare che in questa difficile fase le imprese subiscano danni irreparabili e il sistema industriale si impoverisca”, ha aggiunto in conclusione del suo intervento Marcello Cattani.