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Procedura d’infrazione contro l’Italia: l’ampio ricorso alle procedure negoziato non rispetta le norme UE

La Commissione invia una lettera di costituzione in mora invitando l’Italia a conformarsi al quadro Ue in materia di appalti

«Alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, non sono conformi alla legislazione dell’Ue in materia di appalti pubblici». Così la Commissione europea, che invia una lettera complementare di costituzione in mora invitando l’Italia a conformare la propria legislazione al quadro dell’Ue in materia di appalti pubblici.

La lettera di costituzione in mora è partita il 6 aprile e costituisce il primo passo della procedura di infrazione. In questo caso, la Commissione Ue continua a perseguire una procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia nel 2018 (Infr. 2018-2273), volta a garantire il corretto recepimento delle direttive in materia di appalti pubblici e concessioni.

Al vaglio della Commissione, già nel 2018, erano finite le norme sul subappalto su cui l’Italia è intervenuta con lo Sblocca cantieri (Dl 32 del 2019), poi con il Dl Semplificazioni (77 del 2021) e la legge Europea dello scorso dicembre. Più nel dettaglio, con il Dl Semplificazioni la soglia del subappalto è stata innalzata al 50% dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture fino al 31 ottobre 2021. Ora la Commissione Ue invita l’Italia ad affrontare le questioni ancora in sospeso, tra cui vi è anche «il divieto per i subappaltatori di ricorrere ad altri subappaltatori».

Ma nel mirino della Commissione Ue ora finisce anche l’ampliamento del ricorso alle procedure negoziate senza gara d’appalto. A dare forza alle procedure negoziate, sottraendo una gran fetta di appalti al confronto concorrenziale, è stato prima di tutti proprio il Dl Sblocca cantieri e poi i Dl Semplificazioni (Dl 76 del 2020) e Semplificazioni bis (Dl 77 del 2021).

Attualmente, con le nuove norme, si può procedere all’affidamento diretto per importi inferiori alle soglie comunitarie, per i servizi e le forniture, e inferiori a 150mila euro per i lavori. Per i lavori è possibile far ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando per importi pari o superiori a 150mila euro e inferiori al milione di euro.

Relativamente ai servizi di architettura e ingegneria, progettazione compresa, la soglia per l’affidamento diretto è fissata a 139mila euro fino al 30 giugno 2023 e non è necessaria la consultazione di più operatori economici. Per importi pari o superiori a 139mila euro si può procedere con la procedura negoziata senza pubblicazione del bando.

Secondo la Commissione, dunque, alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, non sono conformi alla legislazione dell’Ue in materia di appalti pubblici. Sebbene la Commissione prenda atto dei notevoli progressi compiuti dal nostro Paese nel conformare la propria legislazione al quadro dell’Ue in materia di appalti pubblici, invita l’Italia ad affrontare le questioni ancora in sospeso già sollevate nelle precedenti lettere di costituzione in mora.  (fonte: Professione architetto)