Indirizzo

Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100

Ripartenza degli appalti pubblici nel II quadrimestre 2020, con largo uso di procedure “senza bando”

a cura del dott. Marco Boni, direttore responsabile di News4market

Rimbalzo in atto, con un boom di affidamenti senza gara, tanto da far insorgere le PMI.   Schizza all’insù il transato di Aziende Ospedaliere e settore sanità delle Centrali di committenza, per beni necessari a far fronte alla pandemia.

Il Secondo rapporto quadrimestrale 2020 dell’ANAC evidenzia una ripresa del mercato dei contratti pubblici. Dichiarazione del Presidente Busia: “dobbiamo fare di più, digitalizzare tutta la filiera degli appalti”

Il mercato dei contratti pubblici dopo la prevedibile flessione registrata nel I quadrimestre 2020 dovuta alla pandemia, fa registrare notevoli segnali di ripresa, tali da conseguire un risultato complessivo addirittura migliore rispetto al periodo precedente l’arrivo del Coronavirus.

È quanto risulta dal II rapporto quadrimestrale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, relativo alle procedure di affidamento perfezionate di importo pari o superiore a 40.000 euro nel periodo maggio-agosto 2020. Le procedure di gara pubbliche registrate in Italia in questo lasso temporale sono state 52.808, per un importo complessivo posto a base d’asta pari a 65,4 miliardi euro; un aumento rispetto al medesimo quadrimestre del 2019 pari al 4,1% come numero di gare e al 2,8% come valore economico.

“L’analisi congiunturale del mercato dei contratti pubblici dimostra che dopo il calo del primo quadrimestre 2020 dovuto alla prima ondata di COVID-19 vi sia stata una ripresa del settore, – ha dichiarato Giuseppe Busia, Presidente Anac – ripresa che l’Autorità ha sostenuto ed accompagnato sia con i provvedimenti ad hoc, sia fornendo continuamente alle pubbliche amministrazione indicazioni su come operare nell’emergenza utilizzando al meglio le norme già contenute nel Codice dei contratti.
Ora dobbiamo e possiamo fare di più – conclude il Presidente dell’Autorità – per rendere tutta la filiera degli appalti più snella e trasparente, efficiente ed efficace soprattutto in vista del Recovery plan, semplificandola con la digitalizzazione ed una valorizzazione e condivisione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Un investimento per le future generazioni”.

Nel dettaglio, relativamente ai settori ordinari, emerge quanto segue.

Su un totale di 46.033 CIG perfezionati, nel periodo maggio-agosto 2020  le forniture incidono per il 37%, i lavori per il 33%, i servizi per il 30%.  In termini di valore, su un totale di 46,7 miliardi di euro, il 57% è rappresentato dalle forniture,  il 18% dai lavori, il 25% dai servizi. 

confronto con il periodo precedente ante pandemia (settembre- dicembre 2019)    (miliardi di euro)

Si  registra quindi un notevole incremento delle forniture (15 mld di euro).

Per inciso, forniture e servizi rappresentano la parte largamente preponderante degli affidamenti pubblici, mentre la legislazione nazionale non ne considera la specificità e ne fa una regolamentazione  gregaria della disciplina delle opere pubbliche. 

Relativamente  agli importi di affidamento per forniture, servizi, lavori, il confronto tra il II° quadrimestre 2019 e il II° quadrimestre 2020  evidenzia un incremento del 10,9% nella fascia di importo tra 40.001  e 150.000 euro, dello 0,9%  nelle fasce di importo   tra 150001 e 5.000.000  di euro, del 17% nella fascia tra 5.000.001  e 25.000.000 di euro,  una diminuzione del 5,9%  per gli appalti al di sopra dei 25.000.000 euro.

Modalità di scelta del contraente:  tante procedure senza bando,  boom del SDA 

Nel confronto tra il II° quadrimestre 2019 e il II° quadrimestre 2020  crollano le procedure aperte  (- 5,4% in numero e – 25,3%  in valore), le procedure ristrette ( – 49% in numero e – 9,7% in valore), le procedure negoziate con bando (- 86,2% in numero e – 87,7% in valore).    Il Sistema Dinamico di Acquisizione fa registrare un boom: + 201% in valore, per un totale di 9 mld).  Specularmente al decremento dei bandi, aumentano le procedure senza bando: la procedura  negoziata del 9,6% in numero e del 29,5% in valore, per un totale di 12,6 mld; l’affidamento diretto del 23,4% in numero e del 26,2% in valore, per un totale di 1,6 mld

Il dato relativo agli appalti senza gara  fa  insogere  le  PMI. Confapi e Aniem Lazio denunciano:

 “Ecco i primi effetti devastanti del Decreto Semplificazioni sul sistema degli affidamenti nel periodo della pandemia. Così si devasta il mercato imprenditoriale”.

Il Presidente di Confapi Lazio sottolinea come il rapporto dell’Anac “costituisca un’amara conferma delle nostre previsioni, facendo emergere un dato sconcertante: l’affidamento di appalti senza concorrenza avuto un incremento del 41,4% in soli quattro mesi”.

L’espansione delle procedure informali al posto delle gare è ancora più evidente guardando al valore degli appalti. In questo caso, le procedure senza bando fanno registrare un aumento del 29,5%, passando dai 9,7 miliardi del periodo maggio-agosto 2019 ai 12,6 registrati nello stesso periodo del 2020, mentre gli affidamenti diretti passano da 1,3 a 1,64 miliardi (+26,2%). Appalti per un valore di 14,2 miliardi sono stati affidati senza gara in soli quattro mesi, 3,2 miliardi in più del quadrimestre precedente. Tutto ciò dimostra come il principio di concorrenza, sul quale dovrebbe fondarsi l’intero sistema europeo degli appalti pubblici, sia stato accantonato. Lanciamo un appello alle Istituzioni affinché questa situazione non diventi strutturale. Il nostro sistema produttivo si regge su un tessuto di piccole e medie imprese, capillarmente diffuse sul territorio, che verrebbero spazzate via dal diffondersi di appalti pubblici senza gara”.

Sulla stessa linea il Presidente di Aniem Lazio, Riccardo Drisaldi, che sostiene: “Non c’è più tempo da perdere. Il settore dell’edilizia, in modo particolare, deve fondare la sua ripresa sulla qualificazione e sulla competitività. I segnali di ripresa del comparto delle costruzioni devono essere accompagnati da un percorso coerente che privilegi investimenti e qualità delle aziende e non da rendite di posizione e dal consolidamento di mercati chiusi”.

Contratti nel settore sanitario

Per quanto riguarda la distribuzione complessiva delle procedure di affidamento  nel settore sanitario, si registra, in valore,  il seguente andamento  (milioni di euro):

Come si vede, incrementano notevolmente i fatturati delle Aziende Ospedaliere e dei settori sanità delle Centrali di committenza, impegnate negli approvvigionamenti di beni necessari a far fronte alla pandemia.

I dati sono coerenti con quelli della spesa specifica per l’emergenza nel periodo marzo-aprile 2020.

La spesa complessiva individuata ammonta per il periodo marzo-aprile 2020 a quasi 5,8 miliardi di euro, derivante per il 94,1% da procedure di importo pari o superiore ai 40.000 euro  e per il 5,9% da procedure di importo inferiore ai 40.000 euro o sottoposte soltanto agli obblighi di tracciabilità (smart-CIG). Il numero totale di procedure di affidamento o acquisto ammonta ad oltre 61.431, rappresentato per il 94,1% da procedure assoggettate ai soli obblighi di tracciabilità e per il 5,9% da procedure d’appalto di importo pari o superiore ai 40.000 euro. L’analisi per tipologia di contratto mostra che l’82% delle procedure riguarda acquisti di forniture che rappresentano anche il 95,3% del valore complessivo.

La distribuzione per categoria merceologica mostra che il 54% della spesa complessiva è riconducibile all’acquisto di mascherine (cui corrisponde un valore di oltre 3 miliardi di euro); il 21,9% della spesa (corrispondente a circa 1,3 miliardi di euro) è attribuibile alla fornitura degli altri dispositivi di protezione individuale (camici, tute, calzari, ecc.). Il 7,3% della spesa è poi riconducibile all’acquisto di ventilatori polmonari e forniture per l’ossigenoterapia ed il 3,1% a tamponi e test diagnostici del Covid-19.