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Confindustria dispositivi medici: per il settore niente ristori, anzi il governo vara una tassa sulle imprese

Il presidente Boggetti: «Non abbiamo imparato nulla dall’emergenza sanitaria. I dispositivi medici centrali per l’economia del Paese e per la qualità del Ssn».

“Ancora tasse sulle imprese dei dispositivi medici che oltre a non beneficiare dei ristori, sebbene molte di loro siano ferme per il blocco di molte attività chirurgiche e ambulatoriali per la pandemia, si vedono una nuova tassazione nella legge delega. È infatti in seconda lettura alla Camera e tutt’ora in discussione nella Commissione di merito la cosiddetta “legge delega” che – denuncia Confindustria Dispositivi Medici – introduce un versamento da parte delle aziende che producono o commercializzano dispositivi medici di una quota dello 0,75 per cento del fatturato, derivante dalla vendita al Servizio sanitario nazionale dei dispositivi e delle grandi apparecchiature”. Di tutti i paesi dell’Unione Europea che come l’Italia dovranno implementare i Regolamenti europei, a cui fa riferimento la Legge in discussione, solo l’Italia ha deciso di imporre alle imprese un prelievo forzoso per sostenere le attività naturalmente proprie di un Ministero, il cui funzionamento viene  finanziato – come tutta la PA – dalla fiscalità generale. «Paesi come la Francia o la Gran Bretagna – ha commentato Massimiliano Boggetti, Presidente di Confindustria Dispositivi Medici nel corso del suo intervento al 9 Healthcare summit organizzato da Il Sole 24 Ore – stanno attuando politiche di attrazione delle industrie in questo settore, mentre da noi continua un atteggiamento che può solo spingere a disinvestire nel nostro Paese. Si tratta della prova che l’Italia dalla pandemia non ha tratto insegnamenti utili – continua Boggetti -. Eppure l’emergenza da Coronavirus ha dimostrato quanto il settore dei dispositivi medici sia fondamentale per la salute dei cittadini e ha evidenziato la necessità di avere una presenza produttiva sul territorio dato che per l’intera pandemia la dipendenza di prodotti esteri ci ha costantemente messo nella condizione di non avere quanto necessitavamo: dalla mascherina di marzo alla siringa di oggi». Quello dei dispositivi medici è un comparto importante tanto per la sanità quanto per l’economia: con circa 4.000 imprese offre lavoro a 94.000 addetti. «Fortemente votato all’innovazione e allo sviluppo, il settore dei dispositivi medici è leva strategica per un ulteriore incremento di occupati e di indotto, oltre che per garantire efficienza al Ssn – continua Boggetti – ma è messo in crisi da continui e incomprensibili interventi di prelievi forzosi che si aggiungerebbero al sistema già drammaticamente penalizzante del payback. È indispensabile che dalla norma in discussione venga eliminato questo ennesimo taglio al settore dei dispositivi medici», conclude Boggetti.