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Corte dei Conti: i controlli sulla spesa sanitaria

Corte dei conti inaugurazione anno giudiziario 2020    
Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei Servizi sanitari regionali

La relazione sugli andamenti della gestione finanziaria ed  economico patrimoniale dei servizi sanitari delle Regioni e Province autonome è stata approvata con deliberazione n. 13/2019/FRG. L’osservazione riguarda l’esercizio 2017 in raffronto con il quadriennio precedente (2013-2016). Sono stati anche esaminati i risultati dell’anno 2018 sulla base dei dati di contabilità nazionale confrontati con quelli del precedente quinquennio. Tale analisi ha confermato una sostanziale stabilizzazione della spesa sanitaria che è andata progressivamente a ridursi nella composizione delle uscite correnti primarie e ha registrato tassi di crescita allineati o inferiori all’inflazione misurata dal deflatore del Pil. Nello stesso periodo l’incidenza sul Pil scende dal 6,8% al 6,6%, migliorando  gli  obiettivi  programmatici  in una fase in cui la crescita economica è stata più debole del previsto. I dati Ocse mostrano la progressiva perdita di peso del comparto sanitario nazionale sul Pil rispetto a quello dei maggiori paesi europei.

I dati statistici relativi al periodo 2001-2017 mostrano che, dopo il 2009, si è registrata una flessione della spesa sanitaria pubblica in percentuale della  spesa  totale (pubblica e privata) e un incremento di quella direttamente sostenuta dalle famiglie (out of pocket).

Per i risultati delle gestioni sanitarie si è fatto riferimento principalmente alle risorse ritenute congrue dallo Stato per l’erogazione dei LEA in condizioni di efficienza ed appropriatezza come definite con l’Intesa Stato-Regioni. In questa prospettiva, nelle Regioni sottoposte a monitoraggio il deficit si riduce e ancor più nelle Regioni sottoposte a piano di rientro; diversa tendenza si osserva nelle Regioni a statuto speciale e nelle due Province autonome (con l’esclusione della Regione siciliana, in piano di rientro).

I debiti verso i fornitori segnano una sensibile riduzione, anche se permangono elevati gli oneri per interessi per ritardati pagamenti e l’utilizzazione di anticipazioni di tesoreria, peraltro in netta diminuzione. Aumentano, invece, le disponibilità liquide a fine esercizio, sintomo di una limitata fluidità nelle procedure di pagamento.

Il costo del personale evidenzia un andamento decrescente, pur se con differenze, anche significative, tra i diversi territori.

Nel dicembre 2018 è stata raggiunta l’intesa per chiudere i contenziosi aperti dinanzi al giudice amministrativo riguardo ai payback (ossia l’eccedenza di spesa farmaceutica rispetto ai tetti di spesa programmati sul FSN, che le aziende produttrici rimborsano alle regioni) relativi agli anni 2013-2017.

Si registrano ancora ritardi nella determinazione annuale del Fondo sanitario nazionale e nella ripartizione delle risorse destinate al Servizio sanitario con riflessi sulla programmazione delle spese da parte delle Regioni e sulla possibilità di una completa e tempestiva rappresentazione, anche da un punto di vista contabile, della gestione nei bilanci regionali.

Restano tuttora da definire le regole per l’omogenea integrazione del conto consolidato sanitario con il conto generale della Regione, così da poter addivenire ad una più adeguata valutazione dei conti regionali.

Controlli sugli enti del servizio sanitario regionale

In continuità con le analisi svolte con riguardo ai precedenti esercizi oggetto di considerazione sono state le discipline vincolistiche, soprattutto in tema di personale e di acquisti di beni e servizi, ed il rispetto dei relativi limiti di spesa pervenendosi, in alcuni casi, all’adozione di declaratorie di grave irregolarità contabile (Sezione regionale di controllo per la Toscana).

Particolare attenzione è stata, inoltre, riservata dalla totalità delle Sezioni regionali di controllo alla spesa farmaceutica, convenzionata e non, ed alla spesa per dispositivi medici i cui tetti risultano superati in maniera pressoché generalizzata (a livello nazionale solo Lombardia, Lazio e Campania presentano una spesa coerente con il tetto previsto.

Profili critici permangono, in talune regioni, in ordine al rispetto da parte degli enti dei servizi sanitari regionali dei termini di pagamento ai fornitori di cui al d.lgs. n. 231/2002 mentre si rileva una tendenza generale ad un miglioramento per quanto riguarda l’indicatore di tempestività dei pagamenti.

Censure sono state, inoltre, formulate relativamente all’adozione di sistemi di budgeting che risultano ancora carenti, all’attività intramoenia (ben lungi dal realizzare l’equilibrio economico e, di contro, foriera di perdite per le aziende), all’attività contrattuale caratterizzata da un illegittimo ricorso all’istituto della proroga, all’aumento dei contratti atipici per il reclutamento del personale nonostante la minore incisività dei vincoli di legge, alla mancata attivazione di investimenti, alla mancata razionalizzazione/revisione del sistema delle partecipazioni.

Per ciò che attiene agli aspetti organizzativi ed al ruolo di governance svolto dall’amministrazione regionale rispetto agli enti del servizio sanitario regionale continua ad essere stigmatizzata la prassi delle amministrazioni regionali di intervenire in corso di esercizio sui provvedimenti già assunti in vista della loro rimodulazione ed aggiornamento con conseguente discontinuità nelle attività di definizione ed assegnazione delle azioni di riorganizzazione, degli obiettivi strategici ed operativi da conseguire, dei target di risparmio da rispettare, nonché in relazione agli obiettivi di mandato assegnati a ciascun direttore generale (Sezione regionale di controllo per la Sardegna).

Specifici focus sono stati, inoltre, svolti con riguardo allo standard dei servizi resi, gratuitamente o mediante il pagamento di un ticket, alla collettività, segnatamente in relazione ai livelli essenziali di assistenza sanitaria (c.d. LEA).

Anche mediante analisi di tipo comparativo (effettuate ponendo a confronto i dati regionali con quelli nazionali attestati nel Rapporto di coordinamento di finanza pubblica), oggetto di attenzione sono state, in particolare, le liste di attesa ed i tempi intercorsi tra la effettiva erogazione della prestazione e la prenotazione (Sezione regionale di controllo per la Puglia).

Foriero di ricadute negative sul benessere della collettività, oltre che di un incremento della spesa sanitaria, è stato ritenuto il generalizzato ricorso a convenzioni di servizio per prestazioni relative a personale medico siccome inidoneo a garantire un livello di assistenza pari a quello di strutture organizzative di natura stabile (Sezione regionale di controllo per il Piemonte).