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Azienda Lazio.0: via libera all’articolo 1 in commissione sanità

Approvata con tre emendamenti la norma che contiene la mission dell’azienda

La settima commissione, Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, presieduta da Giuseppe Simeone (FI), si è riunita sulla proposta di legge regionale n. 115/2019, d’iniziativa della Giunta, istitutiva dell’azienda regionale sanitaria “Azienda Lazio.0”. Presente l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, è stata esaminata una prima tranche di emendamenti, in gran parte presentati dal consigliere Davide Barillari (M5s) il quale, in apertura dei lavori, ha spiegato le finalità della propria attività emendativa, volta a incidere sul modello di governance dell’azienda, blindare i costi e la ripartizione delle funzioni tra Asl e azienda stessa, differenziare il modello Lazio da quello Veneto, considerato troppo complesso. “Mi auguro che non diventi un carrozzone come quello del Veneto, ci serve un’azienda snella”, ha dichiarato a tale proposito il consigliere Rodolfo Lena (Pd).

E’ stato così approvato l’articolo 1, relativo alle finalità della legge, con tre modifiche, una dell’assessore D’Amato che ha riformulato due emendamenti, uno dello stesso Barillari e un altro di Loreto Marcelli (M5s), una a firma del presidente Simeone, e una terza, “tecnica”, sempre di D’Amato. Dunque, è nell’articolo 1 approvato oggi la mission di “Lazio.0”: “E’ istituita, quale ente strumentale di supporto agli enti del servizio sanitario regionale, l’azienda regionale sanitaria Lazio.0, di seguito denominata “Azienda”, allo scopo di razionalizzare e ottimizzare i livelli di efficacia ed efficienza organizzativa del servizio sanitario regionale (Ssr), attraverso forme di integrazione funzionale di servizi tecnici e operativi a valenza regionale e l’esercizio di funzioni amministrative, gestionali e tecniche di supporto agli enti medesimi. L’Azienda persegue lo sviluppo del servizio sanitario regionale fondato su modalità partecipative basate su percorsi improntati alla massima trasparenza, alla condivisione responsabile, al fine di continuare a garantire l’equità di accesso ai servizi, nella salvaguardia delle specificità territoriali, nonché la qualità delle prestazioni”.