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Dagli stati generali a Roma le proposte della farmacia italiana (+30% dal 2013 al 2017 gli “acquisti diretti” fuori convenzione delle Asl)

Più di 2.300 titolari di farmacie private hanno partecipato  a Roma alla seconda edizione degli Stati Generali della Farmacia Italiana, per consolidare il confronto interno alla categoria e presentare alla politica e alle istituzioni le proposte delle farmacie per migliorare il servizio ai cittadini.
Il presidente Marco Cossolo ha evidenziato come la frammentazione delle politiche del farmaco attuate a livello regionale stia minando la funzionalità del servizio farmaceutico territoriale portando addirittura, in molti casi, all’insostenibilità economica della farmacia. In particolare, le criticità riguardano innanzitutto l’incremento della spesa per acquisti diretti da parte delle Asl (+ 30% dal 2013 al 2017, comprende distribuzione diretta, ospedaliera, distribuzione per conto) e la parallela diminuzione delle confezioni erogate in regime di SSN (-3,8% dal 2014 al 2018), che insieme alla riduzione del prezzo medio dei farmaci, determinata dalla diffusione degli equivalenti, ha portato ad un costante calo della spesa farmaceutica (lorda -15,3% dal 2011 al 2017). La soluzione, per Federfarma, consiste nel ridurre la spesa diretta e contemporaneamente incrementare la distribuzione per conto (farmaci acquistati dalle Asl e distribuiti dalle farmacie) adottando nuovi modelli omogenei sul territorio nazionale.
Un altro nodo da risolvere è la remunerazione della farmacia che va sganciata dal prezzo del farmaco, valorizzando invece l’atto professionale della dispensazione e l’erogazione dei nuovi servizi, come ad esempio il monitoraggio dell’aderenza alla terapia dei malati cronici. Da un recente studio effettuato su cinque patologie croniche molto diffuse emerge che se l’aderenza alla terapia passasse dall’attuale 40% al 100% si risparmierebbero 3,5 miliardi di euro. Ovviamente raggiungere l’obiettivo del 100% è utopico, basterebbe il 60% per un risparmio considerevole.
Una migliore gestione delle risorse da parte del SSN sarebbe possibile anche con l’attuazione dei nuovi servizi in farmacia. La legge è stata approvata nel 2009, il finanziamento da più di un anno. Non accelerare l’evoluzione della farmacia dei servizi è una occasione persa per i cittadini e uno spreco per il SSN. Uno spreco per il SSN anche non coinvolgere strettamente le farmacie nella gestione della cronicità: i piani regionali ancora non danno concretezza al ruolo della farmacia, osserva Cossolo.
La farmacia rurale ha un ruolo insostituibile nella sanità italiana. Lo ha ribadito Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar  (farmacie rurali) e questa evidenza è stata condivisa con convinzione nel corso dei lavori, da tutti i partecipanti.
“Federfarma è molto impegnata su questo fronte perché salvaguardare le farmacie rurali significa garantire efficienza all’intero sistema farmaceutico. Non esistono cittadini di serie B e anche chi vive nelle aree interne ha diritto a servizi fondamentali a partire dall’accesso al farmaco fino alla possibilità di svolgere analisi di prima istanza o consulti di telemedicina senza faticosi spostamenti.  Ne traggono vantaggio i singoli ma anche la salute collettiva. Anche le farmacie rurali sono in prima linea con la prevenzione. Grandi campagne nazionali quali ‘DiaDay’ e ‘Abbasso la pressione!’ migliorano la salute e procurano risparmi al SSN. La farmacia rurale è un baluardo della salute anche nelle zone prive di ospedali e altre strutture sanitarie.”