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Criteri ambientali minimi e codice dei contratti: audizione di Cantone alla commissione ecomafie

Si è svolta mercoledì 30 gennaio nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati l’audizione di Raffaele Cantone Presidente dell’Anac /Autorità Nazionale AntiCorruzione) che nel suo intervento ha parlato, tra l’altro dei punti critici negli appalti, del meccanismo delle proroghe, delle infiltrazioni cirminali e dei criteri ambientali minimi previsto all’articolo  34 del Codice dei contratti pubblici di cui al D.Lgs. n. 50/2016.

Relativamente ai punti critici negli appalti, il Presidente Cantone ha precisato che le stesse si rilevano spesso sia nella fase di programmazione che nella fase di aggiudicazione che in quella di esecuzione e che i bandi di gara sono spesso caratterizzati “dal meccanismo dell’abito su misura, con l’indicazione sostanzialmente di chi dovrà vincere”. Dichiarazione, ovviamente molto grave che dimostra una grande illeicità infiltrata in tutte le fasi degli appalti. In merito ha citato l’esempio dell’Ato6 in Toscana in cui ha precisato che “Si sono verificati gravissimi episodi di corruzione con un bando per un affidamento di 20 anni costruito in modo che ci fosse un unico soggetto che partecipasse e vincesse, cosa poi accaduta. Il commissariamento è stato eseguito per due anni ed è al termine, ma l’appalto continua più o meno irregolarmente”.

In merito alle proroghe, il Presidente Cantone ha precito che l’Anac ha rilevato un “significativo utilizzo indebito del meccanismo della proroga tecnica che non esiste nel codice degli appalti e di ordinanze contingibili e urgenti, che rappresentano la base stessa di proroghe”. Ha aggiunto, poi, il Presidente Cantone che “Ci sono operatori ormai consolidati che danno per scontato che un affidamento temporaneo sia diventato un monopolio definitivo”.

Per quanto concerne, poi, i Criteri ambientali minimi previsti dall’articolo 34 del Codice dei contratti pubblici segnaliamo che gli stessi, così come disposto all’articolo 71 del citato Codice, dovrebbero essere inseriti nei bandi di gara;  segnaliamo come, così come disposto nell’ultimo periodo del citato articolo 71, le amministrazioni possono derogare al bando tipo con idonea motivazione. Il Presidente Cantone nel suo intervento ha precisto che “I Cam sono un passaggio epocale negli appalti ma richiedono oneri rilevantissimi per la loro implementazione” e sono “una linea di principio auspicabile, che per ora si è però tradotta in un nulla di fatto” concludendo che “se qualcuno oggi provasse a imporre i Camil sistema degli appalti sarebbe bloccato. Ecco perché dobbiamo mettere in condizioni gli enti locali di renderli attuabili” aggiungendo, anche, che sui Criteri ambientali minimi l’Anac sta pemdando di predisporre adeguate linee guida. Il presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta Stefano Vignaroli  è intervenuto sull’argomento sottolineando che i Criteri ambientali minimi “indirizzando la domanda pubblica possono orientare le imprese verso pratiche di maggiore sostenibilità, a partire dall’utilizzo di materie riciclate. In questo senso, ci faremo promotori di attività che facilitino la loro applicazione”. (fonte:Lavori Pubblici.it)