Indirizzo

Corso Matteotti 15,
Cremona, CR 26100

Al convegno MePAIE focus su spesa sanitaria e Codice degli Appalti

Spesa sanitaria, politiche del farmaco e Codice degli Appalti sono stati il fulcro della nona edizione del convegno MePAIE (Mercato della Pubblica Amministrazione in Italia e in Europa) organizzato il 18 e 19 ottobre a Cremona da Net4market – CSAmed, azienda leader nella gestione elettronica dei processi di acquisto guidata dall’amministratore unico Gianmaria Casella.

“Il controllo della spesa sanitaria. Un percorso impervio tra innovazione, strumenti e norme” è stato il filo conduttore della due giorni di incontri, durante i quali sono stati approfonditi i temi relativi alla figura del buyer pubblico, il Codice degli appalti e la qualificazione delle stazioni appaltanti, le procedure di acquisto dei farmaci e il confronto tra i Paesi europei.

L’amministratore di Net4market, Gianmaria Casella, ideatore del convegno, fa il punto sulle tematiche toccate, con lo sguardo già proiettato al futuro del MePAIE.

Nelle sue nove edizioni ha raccontato i grandissimi cambiamenti del Mercato della PA. Oggi cosa caratterizza questo Mercato?

Il MePAIE ha seguito, negli anni, l’evoluzione dell’organizzazione della spesa pubblica, le promesse di obiettivi molto ambiziosi e gli strumenti normativi di volta in volta messi a disposizione. La grande trasformazione in atto ormai da più un decennio è la progressiva centralizzazione alla ricerca di economie di scala (prezzi più bassi) e annullamento della corruzione. Oggi stiamo vivendo un’ulteriore fase di questo percorso con la presenza di vari soggetti concentratori della domanda (Consip, Centrali di committenza regionali, Aziende uniche o consorziate, CUC ecc. ecc.).

Le domande restano sempre le stesse e riguardano il rapporto tra costi e benefici di questa scelta; purtroppo la mancanza di dati corretti e di un’analisi scientifica non ci dà parametri attendibili: i dati sono spesso forniti direttamente dai soggetti interessati dalla valutazione, quindi c’è un vizio di fondo che ne mina l’attendibilità, mentre organizzazioni istituzionali super partes non hanno ancora dimostrato di poter dare un contributo significativo. Anche per questo, da quest’anno, inizia la nostra collaborazione con GIMBE, che, da anni, sta svolgendo un egregio lavoro in questo senso, mantenendo la propria autonomia, che è un po’ lo stesso spirito ispiratore del MePAIE.

Le politiche di gestione del farmaco rendono il mercato di questo prodotto quasi un mondo a sé. Quali sono le ultime novità in questo settore?

Il mondo del farmaco ha proprie dinamiche, anche molto veloci: nuovi prodotti, grandi investimenti, sempre più prodotti fuori brevetto e di conseguenza sempre più fornitori in concorrenza, prodotti di origine biologica. Chi pensa, dunque, che il farmaco sia un prodotto “semplice” da acquistare si sbaglia. Anche la normativa, stretta tra libertà di prescrizione, controllo della spesa e parità di accesso al mercato, spesso non sembra adeguata alla complessità del problema. In più sorgono dubbi sugli strumenti adottati in diverse situazioni: il sistema dinamico di acquisizione a quale livello dovrebbe essere operato (nazionale, regionale, consortile)? L’accordo quadro sui biosimilari quando deve essere utilizzato e quando è efficace? Hanno senso gli SDA nidificati? Che validità hanno i prezzi di riferimento? Quali sono i problemi di approvvigionamento? Probabilmente è riduttivo guardare alla sola esperienza italiana e qui, necessariamente, il confronto si fa europeo, con l’esperienza, narrata da KPMG su incarico di Assogenerici (e della relativa Associazione europea), dei cinque Paesi di maggior impatto in Europa su questo mercato.

Il Codice dei contratti cambierà ancora. Pro e contro di una normativa che si rimodella di anno in anno.

L’introduzione del nuovo codice in Italia, nel 2016, ha lasciato tutti in un clima di estrema incertezza; il primo risultato concreto lo si è rilevato da due dati (stiamo parlando di numeri inconfutabili): un’impennata dei bandi pubblicati in Gazzetta prima dell’aprile 2016 e un successivo drastico crollo degli stessi a posteriori. In più, come rilevato dall’ANCE, un sostanziale blocco quasi totale dei bandi relativi ai lavori pubblici. In più, il legislatore, con una scelta molto discutibile, ha lasciato molto spazio alle così dette linee guida di Anac, che, ovviamente, non potevano essere emanate tempestivamente, come sarebbe stato opportuno. Tutto ciò in un clima di “caccia alle streghe” spesso cavalcato quasi senza distinzione dalle varie parti politiche.

Il codice è stato criticato in questi due anni in molte occasioni e ha dimostrato di essere da una parte eccessivamente complesso e dall’altra di non riuscire a raggiungere lo scopo di sterilizzare ogni procedura per evitare qualsiasi malpractice. Probabilmente servirebbe una normativa più snella, più facilmente controllabile e una maggiore responsabilizzazione dei professionisti incaricati degli approvvigionamenti. In più, oltre alla indiscutibile funzione di controllo, sarebbe opportuno per quei professionisti trovare un’Autorità che sia anche consulenziale, con cui avere un rapporto più di collaborazione.

C’è la promessa da parte del nuovo Governo di arrivare a una revisione del codice, si è appena conclusa una consultazione in questo senso: la speranza è che venga portata avanti con spirito non da “Santa Inquisizione”, non ripetendo, come è stato fatto allo sfinimento, che l’Italia è in una posizione da Terzo Mondo nelle classifiche sulla corruzione, dimenticando che sono classifiche della “corruzione percepita” e chi conosce gli italiani sa bene che la cosa che fanno meglio e più spesso è parlar male dell’Italia.

Leggi tutti gli approfondimenti sul MePAIE al sito www.mepaie.it